Come il fu D. Francesco Capasso col di
lui testamento del dì 14 Marzo 1784, epoca anteriore al registro, rogato
per gli atti del fu Notar Fabio Piscopo di Napoli, col quale ordinò che la sua
casa di abitazione una con l’adiacente giardino servita fosse dopo la di
lui morte alla formazione di un ritiro per le donzelle povere di questo
Comune, e chiamò esecutore testamentario il fu Rev.mo Sac. D. Vincenzo
Lupoli, che di poi fu Vescovo di Telese. Per mancanza di dotazione non vi
fu dopo la morte dell’esecutore chi avesse voluto addossarsi il peso di
istallare un tale Stabilimento, nè tampoco quindi si ebbe cura del locale,
che lasciato in abbandono fino aI 1802 venne a deteriorarsi, ed in molte
parti era prossimo a crollare.
Ciò mosse la pietà dei
Sacerdoti D. Domenico Niglio, attualmente Canonico della Chiesa Cattedrale
di Aversa, D. Sossio Lupoli Parroco di questo Comune e D. Francesco Durante
a riparare ad un tal male, onde non perdere con le rovine delle fabbriche
anche la speranza di avere un ricovero per le orfane del luogo. Essi
dunque, col mezzo anche delle sovvenzioni avute dalla carità dei fedeli,
cercarono alla meglio di far riattare le parti più rovinose dell’edificio,
e vi introdussero cinque orfane.
Nel 1810 era il numero delle dette orfane
arrivato a dieci, e passato il Canonico D. Domenico Niglio alla residenza
di Aversa, tutto il peso piombò sul mentovato Parroco Sig. D. Sossio
Lupoli. Costui dunque, pria da se solo, e di poi unitamente tanto al
prelodato di lui germano Monsignor D. Michelarcangelo Lupoli Arcivescovo
di Conza, ora di Salerno, che all’altro defunto germano Ill.mo e Rev.mo
Monsignor D. Raffaele Lupoli Vescovo di Larino, pensò di restaurare
interamente, e riordinare il locale additato, provvederlo di tutto il
necessario e stabilirvi le arti, per cui venne fra l’altro fornito di
diversi telai. Ingrandito così l’enunciato stabilimento, nel pensiero di
farlo servire anche all’educazione delle figliuole di non ignobile
condizione, si affrettò di implorare la sovrana approvazione, che venne
data col Real Decreto di sopra accennato. Dietro la surriferita
approvazione, raddoppiatasi la cura e lo zelo del Parroco suddetto, tanto
egli, quantochè gli enunciati suoi germani Ill.mo Monsignor D.
Michelarcangelo e Monsignor D. Raffaele, cospirando allo stesso fine, volendo
badare alla decenza e prosperità dello stabilimento, e considerando che
servir dovendo lo stesso per Conservatorio destinato alla educazione delle
figliuole di civile condizione, gli era necessario di una Chiesa pubblica,
onde gli esercizi di pietà avessero potuto farsi in modo conveniente, e da
servire di esempio ai fedeli, per maggior culto e gloria del Signore
pensarono di costruire dalle fondamenta la Chiesa suddetta, comechè quel locale
ne fosse mancante, e di fornirla di
tutti gli arredi ed utensili sacri corrispondenti.
A di loro spese adunque venne la Chiesa costruita e corredata di
tutto il bisognevole. Èvvi sulla porta di ingresso lo stemma della di loro
famiglia. Una sepoltura di famiglia si è formata al di dentro della detta
Chiesa; ed una iscrizione che ricorda le virtù del defunto Monsignor D.
Raffaele Lupoli Vescovo di Larino mostra del pari che con somma pietà
concorse anche lo stesso alla costruzione e donazione della chiesa.
L’importo del danaro per l’oggetto erogato ammonta a ducati duemila
seicento diciassette e grana sessanta. Il dettaglio è il seguente [...]
Volendo intanto essi Ecc.mi Monsignori di Salerno e Parroco D. Sosio
Lupoli badare alla cautela e vantaggio del detto Stabilimento, e perché in
avvenire non possa lo stesso aver molestia alcuna, di piena e libera loro
volontà hanno irrevocabilmente donato, come col presente istrumento di
donazione tra vivi donano irrevocabilmente allo Stabilimento additato la anzidetta Chiesa de novo costruita una
con tutti gli arredi ed utensili sacri descritti, nonchè le stanze formate
per l’educandato delle figliuole di civil nascimento, trasfondono
nell’accennato Stabilimento ogni di lor dritto e ragione, e da ora si
spogliano del di lor dominio: soggettano però tal donazione alle seguenti
condizioni.
Art. 1° - E’ vietata la permutazione ed
alienazione di tutti gli argenti e sacre suppellettili di sopra descritte.
Art. 2° - In qualunque caso di soppressione dello stabilimento additato
o che lo stesso per qualsiasi motivo
andasse a chiudersi, la Chiesa colla Sacrestia e Coro apparterranno
ad essi donanti, ai loro eredi e successori, una con tutti gli arredi ed
oggetti sacri di sopra designati. Si riguarderà la Chiesa come Gentilizia
della Famiglia di essi donanti, che dovrà mantenerla aperta per dar gloria
al Signore e comodità al pubblico, e gli arredi, gli argenti ed utensili
Sacri tutti non dovranno amuoversi dall’uso della detta Chiesa, pel quale
da ora espressamente si destinano. Quindi le chiavi della Chiesa suddetta
saranno in tal caso conservate dai donanti e di loro eredi, e sarà a di
loro cura la conservazione di detti argenti e Sacri arredi, come a loro
peso il mantenimento della Chiesa
indicata.
Art. 3° - Lo stabilimento
additato dovrà sempre tenere una figliola a piazza franca della
discendenza in infinito ed in perpetuo del germano di essi donanti signor
D. Angelo Lupoli.
Art. 40 - Con ciò non s’intende fatta derogazione alcuna
al peso degli anniversari fissati di già nelle Regole sovranamente
approvate, quali anniversari dovranno esattamente adempiersi.
Le mentovate Suor Maria Gcsualda Rinaldo, Suor Caterina Ramondino
e Suor Angela Teresa Capuano accettano nelle qualità spiegate la donazione
suddetta, una con tutte le condizioni apposte, e, grate alla pietà dei
donanti, a nome dello stabilimento surriferito si obbligano di eseguire
quanto con le dette condizioni è stato imposto, e di non contravvenirvi
sotto qualunque causa, pretesto o colore, salvo sempre il Regio assenso
impetrando come per dritto”
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