…
La longevità
massima invalicabile, scritta nel programma genetico della specie umana, è
stata calcolata attorno ai 120 anni. E’ prevedibile che l’età media, che nella Grecia classica
e dell’impero romano era di 30-35 anni, continui ad aumentare ancora per
qualche decennio. Attualmente siamo vicini alla possibilità della completa
realizzazione della longevità naturale. Oggi la data di inizio della
vecchiaia si è spostata sugli 80-85 anni. Che non sia poi più così difficile
ed eccezionale invecchiare con successo lo dimostra l’aumento del numero dei
centenari. Va, comunque, detto che il centenario medio è innanzitutto una
centenaria: le donne a queste età estreme prevalgono sugli uomini in un
rapporto che oscilla da un minimo di 3 a 1 ad un massimo di 8 a 1. Secondo un’autorevole rivista spagnola i centenari erano
appena una cinquantina agli inizi del novecento, sarebbero oggi almeno
quattromila, a conferma dei passi da gigante compiuti dalla vita e dalle
condizioni di vita dell’uomo. Un giorno un po’ tutti potremmo diventare centenari
ed alcuni magari toccare la vetta dei duecento anni di età, traducendo in realtà il mito di Matusalemme. Il problema, però, a questo punto diventa un altro: in
quali condizioni arriveremo a quel traguardo. Ebbene l’esperienza è quanto meno positiva, nel senso che
la scienza, l’igiene, le diete, il benessere, quanto meno nel mondo
sviluppato, hanno ricacciato molto indietro il tempo della vecchiaia secondo
il titolo di un libro di successo scritto da Arrigo Levi “La vecchiaia può
attendere”. Un noto giornalista, in un recente articolo, ha scritto “Nel tempo
della giovinezza (sui venti, trenta, quaranta anni) c’erano della
cose cui non credevo; e fra queste alle parole di una vecchia
canzone che dicevano che il cuore non invecchia mai. Allora, ripeto, non ci
credevo affatto. Oggi, al contrario, sì, ci credo profondamente, mi sono
convinto che il cuore, se vogliamo il gioco dei sentimenti, davvero non
conosce età né vecchiaia”. Occorre formulare un tentativo per definire diversamente
il fenomeno del pensionamento: Al binomio pensionamento = invecchiamento
dobbiamo sostituire un binomio più complesso, ma forse maggiormente
esplicativo ed operativamente maneggiabile : pensionamento = cambiamento. Il pensionamento rappresenta un cambiamento radicale , che porta ad
una dilatazione anomala del tempo/giornata, una espansione della solitudine
dovuta anche alla caduta dei contatti con il mondo del lavoro e con quelli
che ormai sono ex colleghi. E’ essenziale, pertanto, ricreare le condizioni
per una socializzazione da ritrovare su altre basi, anche attraverso la
creazione di un Gruppo nel quale sono possibili scambi di frammenti di vita,
di paure, di speranze, di desideri: da ciò tutti possono trarre giovamento,
il singolo per sé e il gruppo nel suo insieme. Sappiamo tutti che in molte delle nostre città la quota di
popolazione che supera i sessanta anni è maggiore della quota di popolazione
che ha meno di diciotto anni. Viviamo in un mondo in cui ci sono,
apparentemente, sempre più vecchi. Ma, forse, sono falsi vecchi. La terza età, pertanto, è divenuta improvvisamente uno
dei temi in grado di suscitare l’interesse di psicologi e sociologi, ma anche
di politici ed amministratori ed è stato coniato il concetto di “problematica
della terza età” o, peggio ancora, “1’emergenza anziani”. Ma è davvero così
impossibile tradurre in risorsa questa tanto temuta “emergenza anziani”? Al vecchio stereotipo della terza età come periodo di
lento ma inesorabile declino e di chiusura in se stessi, si va oggi
sovrapponendo un modello di anzino attivo sia sul piano fisico sia su quello
psichico. Negli ultimi anni si è quindi passati ad un “ripensamento” del
ruolo dell’anziano all’interno della società. Ci si è cioè preoccupati di
determinare un più ampio coinvolgimento dell’anziano nel contesto sociale. L’anziano deve riappropriarsi di un ruolo sociale che
troppo spesso vede allontanarsi dopo il pensionamento, attraverso la
partecipazione ad una serie di attività di volontariato in livelli
richiedenti un impegno progressivamente maggiore, attuando altresì la
rotazione dei compiti svolti dal singolo anziano. La gestione del Centro Sociale, affidata agli stessi
anziani, costituisce una occasione irripetibile del coinvolgimento di cui ho
detto in precedenza Attraverso la gestione di questa bella struttura,
appositamente ristrutturata, donata - con il vincolo della destinazione agli
stessi anziani - da essi hanno l’opportunità di crearsi situazioni ed
occasioni giornaliere di socializzazione , iniziative culturali, dì svago, di
impegno sociale e di soddisfacimento di quegli interessi e di quegli hobbies
non potuti coltivare compiutamente nelle precedenti fasi della vita. Il tempo e l’impegno che dovranno essere inevitabilmente
profusi per ben gestire e far funzionare il Centro comporteranno un continuo
allenamento delle facoltà intellettive e contribuiranno a produrre un forte
indice di vitalità ed a vivere ed a far vivere una bella vecchiaia. Consentitemi ora qualche accenno sulla storia della
nascita del Centro Sociale. L’edificio che lo ospita fu sede dell’Orfanotrofio
“Carmine Pezzullo”, il cui statuto fu deliberato dal Comune di Frattamaggiore
in data 22 aprile 1917. La struttura costituisce punto nodale della
programmazione sociale oltre alle iniziative che si svilupperanno in favore
della terza età, presso il centro con fluiranno anche i progetti del Servizio
civile volontario. Dal 10 settembre il Comune, che ha partecipato al bando
nazionale, avvierà al Servizio civile 20 volontari, che saranno impiegati in
progetti individuali dì assistenza ed integrazione degli anziani. Inoltre è stata acquisita una dichiarazione del direttore
generale della ASL Na 3 di disponibilità al partenariato con il Comune
per la definizione dei bisogni muitidimensionali e dei piani di rieducazione
motoria degli ospiti della struttura. Nel Centro è stata allestita una sala lettura, al momento
con circa 100 volumi presi in prestito temporaneo dalla biblioteca comunale
di via Stanzione: un appello, a
questo punto, mi sembra quanto mai opportuno a tutti quelli che volessero contribuire
ad arricchire tale sala con libri, testi o riviste. L’attività della Commissione straordinaria per
l’attivazione del Centro si è sviluppata nelle seguenti tappe: Dopo che nel
mese di marzo scorso furono presi dei contatti con il Centro sociale per
anziani di Latina sia da parte della stessa Commissione che da parte di una
delegazione formata dagli attuali componenti del Comitato di Gestione per un
proficuo scambio di idee, di spunti e confronto utili per iniziare una
attività che in quella città da molti anni ormai funziona molto bene, con
deliberazione del 2 aprile 2003 viene autorizzato l’utilizzo della struttura
dell’ex orfanotrofio per l’attivazione del Centro Sociale per Anziani con
funzionamento diurno e nel contempo viene costituito un Comitato di Gestione
nelle persone di Gennaro Marchese, Paolo Ambrico ed Alessio Tornincasa per
l’avvio del processo di associazionismo degli anziani, fino a pervenire alla
completa autogestione dà Centro. Successivamente con deliberazione del 17 aprile è stato
adottato il Regolamento per la gestione del Centro, destinando Euro 3.000,00
per l’avviamento ed il funzionamento dello stesso relativamente all’anno in
corso. Infine, con deliberazione del
14 maggio, sono stati concessi dei locali in uso gratuito alla Croce Rossa
italiana per l’attivazione di un ambulatorio geriatrico di primo soccorso per
gli anziani del Centro, che in questa fase sarà assicurato dal Gruppo
Pionieri che metterà a disposizione infermieri volontari e medico. Per chiudere una raccomandazione ed un appello la
raccomandazione acchè nel Centro venga assicurata una notevole presenza
femminile insieme a quella maschile e che nei Comitati di Gestione che si
andranno successivamente a formare tale presenza sia rappresentata
adeguatamente; l’appello va alle varie associazioni ed ai club di servizio della
città di Frattamaggiore che ora sanno che da domani esiste in Frattamaggiore
un Centro Sociale per Anziani, che va aiutato, stimolato e coinvolto. |